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L’eleganza del riccio

Madame Michel ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti.

ledr  Il sogno segreto di un vero bibliofilo è poter diventare invisibile. Basterebbe schioccare le dita e…toc! Sparito, dissolto nel nulla. In questo modo tutto il tempo dedicato al “dovere” diventerebbe tempo dedicato al piacere di leggere. L’idea è un po’ preoccupante, ma il vero bibliomane (siamo passati da amore a pazzia) darebbe tutto per avere questo superpotere. C’è però chi, senza ricorrere a mutazioni genetiche o incontri di terzo tipo, è riuscito a rendersi molto, molto discreto…

Rue de Grenelle, 7. Parigi. Renée Michel è la portinaia di un lussuoso palazzo abitato da Ministri, Consoli e facoltosi Affaristi francesi. Madame Michel è una donna semplice ed ordinaria: lavora sodo, ha uno scialbo gatto grigio e passa il tempo davanti alla televisione appena finisce di lavorare. Paloma Josse ha invece 12 anni, è figlia di un ministro e per il giorno del suo tredicesimo compleanno ha intenzione di buttar giù una tale dose di sonniferi da poter dormire molto, molto a lungo. Ma cosa hanno in comune queste due donne, in apparenza così diverse? Entrambe hanno scelto la clandestinità come tattica di sopravvivenza. Sia Renèe che Paloma sono infatti terribilmente intelligenti e assetate di conoscenza, tanto da rendersi conto che il mondo che le circonda non accetterebbe positivamente questa loro qualità. Per continuare allora a vivere tranquillamente hanno deciso di indossare la maschera della portinaia ottusa e dell’adolescente apatica. Solo l’arrivo di Monsieur Ozu, il nuovo inquilino di rue de Grenelle, potrà svelare l’identità delle due donne, regalando loro la fiducia nella vita della quale il mondo le aveva private finora.

Perchè leggerlo?

Ho letto “L’eleganza del riccio” quest’estate, dopo aver letto il primo capitolo quasi cinque anni fa. Mi ha sempre affascinato l’idea di poter costruire un mio mondo umile e separato dal flusso della vita, purché mi si lasciasse coltivare le mie passioni. E non sto parlando di una “Torre d’avorio”, isolata e comunque prestigiosa, ma di una vera e propria vita in sordina. Letture in clandestina libertà.

Questa fantasia, che certo denota una passione per la letteratura d’evasione, trovava il suo compimento nel libro. Il mondo di Madame Michel è immenso e comunque protetto da una solida guardiola. Dalla conoscenza, Renèe riesce a trarre tutta la gioia che il mondo ipocrita non le dà, a patto però di una costante vigilanza e autocensura.

Dall’altro lato la piccola Paloma soffre ancora di più per l’uso che i suoi genitori e i suoi coetanei fanno della cultura. Il suo sguardo disincantato sulla realtà non le permette di credere in un futuro roseo per sé e per gli altri, che le sembrano pesci confusi in un grande acquario deprimente. Vede le loro potenzialità sprecate in una continua recita superficiale della quale lei non riesce, e non vuole, fare parte.

Ma “gli altri” sono davvero così vuoti e crudeli come Paloma e Renèe pensano? Si riduce davvero tutto a questa estrema solitudine disincantata? Uscire dal guscio e abbassare un po’ la guardia può portare delle piacevoli sorprese, ma c’è bisogno dell’incontro giusto. Chi è allora il misterioso Monsieur Ozu? Che ruolo avrà nella vita delle due donne? Non resta che prendere il libro e scoprirlo.

Briciola d’autore

La storia di Paloma e Renèe esiste anche in versione cinematografica, per gli indaffarati interessati. “Il riccio“, diretto da Mona Achache, vede protagonista Josiane Balasko.

(L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, E/O, pagg. 384, cartaceo 18,00, e-book 7,49)